Papa Francesco beatificherà il suo predecessore papa Paolo VI domenica 19 ottobre 2014 a Roma. Mentre ci prepariamo all'evento riportiamo alla nostra memoria un suo intervento sulla famiglia pronunciato a Nazareth nel 1964.
PAOLO VI : L’ESEMPIO DI NAZARETH
PAOLO VI : L’ESEMPIO DI NAZARETH
Dai «Discorsi» di Paolo VI, papa (Discorso tenuto a Nazareth, 5 gennaio 1964)
L'esempio di Nazareth
La casa di Nazareth è la scuola dove
si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a
penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa
manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse
anche impariamo, quasi senza accorgercene, ad imitare.
Qui impariamo il metodo che ci
permetterà di conoscere chi è il Cristo. Qui scopriamo il bisogno di
osservare il quadro del suo soggiorno in mezzo a noi: cioè i luoghi, i
tempi, i costumi, il linguaggio, i sacri riti, tutto insomma ciò di cui
Gesù si servì per manifestarsi al mondo.
Qui tutto ha una voce, tutto ha un
significato. Qui, a questa scuola, certo comprendiamo perché dobbiamo
tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del
Vangelo e diventare discepoli del Cristo. Oh! come volentieri vorremmo
ritornare fanciulli e metterci a questa umile e sublime scuola di
Nazareth! Quanto ardentemente desidereremmo di ricominciare, vicino a
Maria, ad apprendere la vera scienza della vita e la superiore sapienza
delle verità divine! Ma noi non siamo che di passaggio e ci è necessario
deporre il desiderio di continuare a conoscere, in questa casa, la mai
compiuta formazione all'intelligenza del Vangelo. Tuttavia non lasceremo
questo luogo senza aver raccolto, quasi furtivamente, alcuni brevi
ammonimenti dalla casa di Nazareth.
In primo luogo essa ci insegna il
silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera
ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da
tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa
vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazareth, insegnaci ad essere
fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben
sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri.
Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di
preparazione, lo studio, la meditazione, l'interiorità della vita, la
preghiera, che Dio solo vede nel segreto.
Qui comprendiamo il modo di vivere
in famiglia. Nazareth ci ricordi cos'è la famiglia, cos'è la comunione
di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed
inviolabile; ci faccia vedere com'è dolce ed insostituibile l'educazione
in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell'ordine sociale.
Infine impariamo la lezione del lavoro. Oh! dimora di Nazareth, casa del
Figlio del falegname! Qui soprattutto desideriamo comprendere e
celebrare la legge, severa certo ma redentrice della fatica umana; qui
nobilitare la dignità del lavoro in modo che sia sentita da tutti;
ricordare sotto questo tetto che il lavoro non può essere fine a se
stesso, ma che riceve la sua libertà ed eccellenza, non solamente da
quello che si chiama valore economico, ma anche da ciò che lo volge al
suo nobile fine; qui infine vogliamo salutare gli operai di tutto il
mondo e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello, il
profeta di tutte le giuste cause che li riguardano, cioè Cristo nostro
Signore.